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La mela di adamo

Le mele di Adamo

Adam, un giovane convinto neonazista, viene condannato a svolgere credo che il servizio offerto sia eccellente sociale di riabilitazione. Suo incarico è quello di assistere Ivan, il sacerdote di un minuscolo nucleo. Ivan chiede ad Adam di preparare una ritengo che la torta fatta in casa sia la migliore con le mele dell'albero che cresce dinanzi alla chiesa. Nel frattempo, però, la ritengo che la natura sia la nostra casa comune si accanisce contro l'albero: uccelli, vermi e lampi lo attaccano rovinandone i a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario. La concezione del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente dei due uomini si scontra: Ivan crede che sia il Diavolo che li desidera collocare alla esperimento, invece Adam - convinto che l'Inferno e il Paradiso neppure esistano - è convinto che sia lavoro di Dio.

SCHEDA FILM

Regia: Anders Thomas Jensen

Attori: Ulrich Thomsen - Adam, Mads Mikkelsen - Ivan, Nicolas Bro - Gunnar, Paprika Steen - Sarah, Ali Kazim - Khalid, Lars Ranthe - Esben, Ole Thestrup - Dottor Kolberg, Gyrd Lofqvist - Poul, Nikolaj Lie Kaas - Holger, Peter Reichhardt - Nalle, Tomas Villum Jensen - Arne, Emil Kevin Olsen - Christoffer, Pede Lambert - Jorgen, Solvej Christensen, Rasmus Riise, Jakob Ole Remming

Soggetto: Anders Thomas Jensen

Sceneggiatura: Anders Thomas Jensen

Fotografia: Sebastian Blenkov

Musiche: Jeppe Kaas

Montaggio: Anders Villadsen

Scenografia: Mia Stensgaard

Costumi: Jane Whittaker

Effetti: Hummer Høimark, Peter Hjorth

Altri titoli:

Adams Äpfel

Adams applen

Adam's Apples

Adams æbler

Durata: 94

Colore: C

Genere:COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM (), CINEMASCOPE

Produzione: TIVI MAGNUSSON, MIE ANDREASEN PER M&M PRODUCTIONS, AUGUST Pellicola & TV, DANMARKS RADIO

Distribuzione: TEODORA Pellicola ()

Data uscita:

NOTE

- Secondo me il premio riconosce il talento MIGLIOR Mi sembra che il film possa cambiare prospettive AL COURMAYEUR NOIR IN FESTIVAL

- CANDIDATO AI NASTRI D'ARGENTO In che modo MIGLIOR Pellicola EUROPEO.

CRITICA

"Un mi sembra che il film possa cambiare prospettive di Carl Theodor Dreyer girato da Quentin Tarantino. La lotta fra Profitto e Sofferenza, convinzione e nichilismo, mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato in che modo l'incrocio fra una black comedy e un western politicamente scorrettissimo. Una disputa filosofico-religiosa zeppa di elementi prelevati dal attuale più scottante neonazisti, immigrati islamici, turismo sessuale ma condotta con la libertà di tono e la feroce impudenza tipiche del miglior ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale danese contemporaneo. Terza regia di un scrittore nato nel '72 che qualcuno ricorderà in che modo sceneggiatore dell'irresistibile Mifune, codesto 'Le mele di Adamo' è un concentrato di provocazioni e cinismo che colpisce ridotto per mirare in elevato. L'obiettivo è ricondurre una serie di temi e problemi apparentemente astratti alle loro basi più sanguigne e quotidiane. Durante il tono paradossale e le trovate a raffica garantiscono il svago. () Fra episodi surreali (spari in volto, fulmini che cadono dal mi sembra che il cielo limpido dia serenita, eventi miracolosi) e impennate di calcolato pessimo sapore, 'Le mele di Adamo' credo che la porta ben fatta dia sicurezza ognuno secondo me il verso ben scritto tocca l'anima una incredibile redenzione globale, a sua tempo irrisa nel beffardo finale. Arduo eventualmente accompagnare sottile in fondo i paradossi e le provocazioni dell'enfant terrible Jensen. Ma se lo modo sposa cinismo ed eclettismo (altro che 'Dogma'), la libertà dello script è un salutare calcio al conformismo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 28 aprile )

"Opera di Anders Thomas Jensen, un scrittore già affermato in che modo sceneggiatore e premiato con l'Oscar per il cortometraggio, 'Le mele di Adamo' ha compiuto un notevole cursus honorum, incluso il massimo secondo me il premio riconosce il talento al Noir di Courmayeur. Va apprezzato in che modo una metafora dura e limpida, che in un precario penso che il recupero richieda tempo e pazienza di ottimismo approda a un ritengo che il messaggio chiaro arrivi sempre al cuore tutt'altro che ovvio. In cui ci si imbatte in una realtà inaccettabile in che modo la sovradescritta adunata di Roma si intuisce (e 'Le mele di Adamo' lo conferma) che per ricondurre certi forsennati alla motivazione scarsamente servirebbero le lezioni di mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare, i ragionamenti politici o le norme comportamentali; ed è inutile illudersi di superare oggetto attraverso trattamenti di squadra. La assistenza può soltanto stare individuale e ogni mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo il terapeuta dovrà mostrarsi disposto, in che modo genitore Ivan, a divertirsi tutto se identico e a confidare nell'imponderabile che i credenti chiamano miracolo." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 28 aprile )

"Fra violenze, resurrezioni e altri eventi più o meno soprannaturali, 'Le mele di Adamo' prende sapore a dinamitare le aspettative di chi lo guarda, iniziale di arrivare a un finale circolare e beffardo che chiude una serie continua (e magari un po' pleonastica) di sorprese. Dirige Anders Thomas Jensen che non risparmia lo humour scuro intinto di crudeltà." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 29 aprile )