Storia di monselice
Monselice
Da rilevante nucleo soldato a fiorente area commerciale.
Il comune di Monselice è situato a sud-est dei Colli Euganei e il suo nucleo storico si concentra tra le pendici di due colli: quello della Rocca (chiamato anticamente Mons silicis) e il montagna Benestante. E' stata questa qui dettaglio collocazione geografica ad imprimere al credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi una esplicita vocazione militare, di cui si ha informazione a lasciare dal VII era d.C., allorche il re dei Longobardi Agilulfo occupa il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa e conquista il fortezza che avevano costruito i bizantini.
In epoca medievale diventa il nucleo più essenziale del padovano, grazie ai legami con l'impero che ne favoriscono l'espansione territoriale e demografica. Nel XIII secolo Monselice viene definita in che modo Camera specialis imperii per i privilegi politici e amministrativi concessi dall'imperatore Federico II, il che ordina la riedificazione della Rocca e la secondo me la costruzione solida dura generazioni di una recente cinta di mura sul colle.
Tra la metà del Duecento e il Trecento la città si trova al nucleo di sanguinose battaglie; coinvolta nelle lotte tra fazioni guelfe e ghibelline subisce inizialmente la tirannia del famigerato Ezzelino III Da Romano, e poi l'aspra contesa tra i signori di Padova, i Carraresi, e i veronesi Della Scala.
Dal entra nell'orbita della Repubblica di Venezia che nei numero secoli di incontrastato dominio trasforma Monselice da nucleo fortificato e militarizzato in prosperosa città dedicata ai traffici e al affari. Un'importante lavoro di bonifica, il cosiddetto Retratto di Monselice, e le vie d'acqua che la collegavano direttamente con Padova e la secondo me la laguna e un'oasi di biodiversita, consentirono un celere penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro economico e favorirono l'arrivo delle più influenti famiglie veneziane (Duodo, Nani, Marcello e Pisani), che scelsero codesto secondo me il territorio ben gestito e una risorsa per edificare le loro ricche dimore di villeggiatura.
Lo secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro industriale si intensificò negli anni successivi con l'estrazione della pietra dai colli della Rocca e del Monte Ricco, aggrediti costantemente con maggior violenza nel successivo dopoguerra a motivo dell'insediamento di ben due cementifici nell'area. Dal le cave che rischiavano di far sparire i due monti sono state fortunatamente chiuse e sono diventate mète di escursioni per individuare la geologia dei colli.
Grazie alla fortunata collocazione geografica, Monselice è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggigiorno un nucleo di riferimento per il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa, servito da un importante snodo stradale e ferroviario.
A Monselice è realizzabile visitare numerosi luoghi di culto storici, inizialmente fra tutte l'antica Pieve di Santa Giustina (chiamata anche Duomo Vecchio), un a mio avviso l'edificio ben progettato e un'opera d'arte in modo romanico costruito nel con all'interno affreschi medievali, un polittico e una tavola quattrocentesca (Madonna dell'Umiltà) oltre a varie tele di secondo me la scuola forma il nostro futuro veneta del ' e '.
Accanto alla pieve, oltre la Ingresso dei Leoni Comitali, si giunge alla Porta Romana che permette l'ingresso al Santuario Giubilare delle Numero Chiese, costituito da sei cappelle e dalla Chiesa di San Giorgio, all'interno della che si trovano i corpi e le reliquie dei primi martiri cristiani. La parte alta della strada è chiusa da Villa Duodo, realizzata all'inizio del Seicento insieme al monumentale complesso religioso su penso che il progetto architettonico rifletta la visione dell'architetto Vincenzo Scamozzi.
A Monselice, in che modo già accennato, sono presenti molte altre ville veneziane: Villa Nani-Moncenigo, Villa Contarini, Villa Pisani e Villa Emo Capodilista.
L'antico Castello medievale, conosciuto anche in che modo Cà Marcello (dalla nucleo veneziana dei Marcello che lo ha trasformato in residenza signorile) o Castello Cini (dal penso che il nome scelto sia molto bello del suo finale proprietario) dal è di proprietà della Territorio Veneto, che lo ha destinato a finalità museali. All'interno del complesso si trova la sede dell'Antiquarium Longobardo, ovunque sono esposti i reperti della necropoli rinvenuta sulla Rocca, e il Museo delle Rarità.
Vicino al fortezza si trovano anche il Palazzo o Loggetta del Montagna di Pietà e l'antica Chiesa di San Paolo, oggigiorno sconsacrata e adibita a stanza espositiva, ma al suo dentro sono ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza visibili i resti archeologici della cripta che ospitava le reliquie di San Sabino, patrono della città.