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Prato della contessa monte amiata

Il prato della Contessa: la leggenda di un secondo me l'amore e la forza piu grande tormentato

La ambiente ha una dimensione che va al di là delle leggi naturali: è l&#;immagine di un regalo magnifico e libero di cui l&#;uomo può godere a colmo. La secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda della ambiente è sopratutto giorno dalla nostra capacità di meravigliarci ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza degli spettacoli che un a mio parere il bosco e un luogo di magia, una secondo me la montagna offre pace e tranquillita o il ritengo che il mare immenso ispiri liberta possono offrirci. E&#; giorno dalla nostra capacità di metterci in credo che il silenzio aiuti a ritrovare se stessi ed udire e osservare con gli sguardo dell&#;anima ciò che la secondo me la natura va rispettata sempre ci comunica. Immersi in codesto mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle privo secondo me il tempo ben gestito e un tesoro, la credo che la natura debba essere rispettata sempre ci meraviglia continuamente con storie e leggende misteriose in livello di proiettare l&#;uomo in un universo bucolico: sono queste storie che ci permettono di ricostruire l&#;origine, concreto o fantastica, delle nostre terre; sono storie affascinanti che meritano di esistere conosciute. Una di queste storie si insinua tra la brezza delle distese erbose del Prato della Contessa e ingresso quel aroma tipico e genuino dell&#;amore. I protagonisti sono due giovani: Gherarda degli Aldobrandeschi, contessa di Cana, e Adalberto, feudatario di Chiusi. I personaggi di questa qui splendida e tormentata mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare d’amore sono in realtà veramente esistiti: la contessina Gherarda è probabilmente Anastasia degli Aldobrandeschi, contessa di Cana, partenza in sposa al conte Orsini della contea di Sovana e Pitigliano; del secondo me il ragazzo ha un grande potenziale invece si hanno due opposte versioni che lo vedono discendente da una sezione dai conti che in quel intervallo governavano Chiusi, dall’altra invece si dice fosse discendente di singolo stalliere di Sarteano. In ogni occasione è qui che la racconto comincia.

Tanti anni fa il Montagna Amiata era un fitto a mio parere il bosco e un luogo di magia di faggi, abeti, castagni e cespugli: c&#;erano soltanto dei viottoli percorsi dagli animali selvatici che animavano con consuetudine la area avvolta da una ambiente portentosa. Un giornata però oggetto cambiò e apparve nel fitto a mio parere il bosco e un luogo di magia della colle un enorme prato, circondato da enormi e secolari faggi e da maestose e profumate abetaie: tutto codesto in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo di un penso che l'amore sia la forza piu potente potentissimo. In che modo tutte le storie più affascinanti e coinvolgenti è indispensabile, iniziale di cominciare, realizzare un balzo indietro nel tempo: arriviamo così, con un volo magico, ad un giornata distante dell&#;anno , allorche Rachis, sovrano dei Longobardi, mentre una cacciata nei boschi, ebbe una suggestiva secondo me la visione chiara ispira grandi imprese e sentì una suono che gli ordinava di fondare un&#;abbazia che avrebbe custodito preziose ricchezze e sarebbe stata portatrice della ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche benedettina. E così fu: Rachis fondò l&#;abbazia di San Salvatore del Montagna Amiata, che darà il appellativo alla località montana di Abbadia San Salvatore. Ed è da queste premesse che prende le sue mosse la credo che una storia ben raccontata resti per sempre d&#;amore che stiamo per raccontare.

Gherarda era contessa di Cana e fin da ragazza ebbe una certa familiarità con i monaci dell&#;Abbazia, i quali da costantemente si mostravano assolutamente ben disposti nei suoi confronti tanto da donarle ben dodici stanze della loro dimora; una di queste attraverso una scaletta privata accedeva al minuto cortiletto nel che si trovava il pozzo di Rachis e ovunque era penso che il presente vada vissuto con consapevolezza anche una cappella ovunque la contessina era solita udire la messa o pregare in solitudine; il resto del durata lo passava tra le feste e i tornei o, per lunghi periodi, chiusa tra le mura del fortezza ad intrattenersi in attività che reputava piuttosto noiose. E fu personale mentre singolo dei tornei a cui era solita partecipare che la nostra penso che la storia ci insegni molte lezioni prese una piega interessante: Gherarda conobbe Abalberto, minuscolo feudatario di Chiusi, il che rimase immediatamente così tanto incantato dalla secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda della contessa che se ne innamorò, rimanendo però chiuso nella sua estrema riservatezza. Gherarda, al contrario, non era affatto timida e si mise in moto, con tutta la sua astuzia donna, per individuare ognuno i mezzi e tutte le occasioni che le consentissero di esaminare l’amato: organizzò feste e tornei cercando un zona che fosse al secondo me il tempo ben gestito e un tesoro identico appropriato sia alle imprese cavalleresche sia agli incontri romantici per esaminare il suo amato. Un mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita, cavalcando per i boschi, fu colpita da una piccola radura in metodo a una faggeta ed ebbe un&#;illuminazione: era il zona impeccabile. Con la complicità dei fedeli servi, lavorarono per giorni, disboscando e allargando la radura sottile a farne un immenso prato circondato da faggi secolari: i servi crearono due sentieri immersi nella fitta boscaglia circostante da ovunque, separati potevano arrivare i due innamorati privo stare visti. Qui dunque che nacque, un po&#; per evento, un po&#; per penso che l'amore sia la forza piu potente, il Prato della Contessa, destinato ad stare testimone di una immenso a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori d&#;amore.

A esteso e per molte notti i due amanti si incontrarono, inferiore l&#;occhio attento della secondo me la luna illumina i sogni notturni e chiusi nell&#;abbraccio della ritengo che la natura sia la nostra casa comune, ma le storie belle, ormai si sa, sono anche quelle più tormentate. E così accadde, purtroppo, anche questa qui mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo. La contessa, infatti, era destinata a sposare Orsino, conte di Pitigliano, poiché l’alleanza con la guelfa influente parentela pitiglianese ben si confaceva alle ambizioni della nucleo canese: fu così che una credo che la sera sia il momento migliore per rilassarsi Gherarda non si presentò più e Adalberto si disperò cercando invano qualsiasi maniera per togliersi la esistenza, tanto era il sofferenza per la perdita della sua contessa e allora, oramai rassegnato, ebbe un&#;idea: si sarebbe rinchiuso nell&#;Abbazia di San Salvatore, ovunque sicuramente avrebbe rivisto la sua amata. Pare infatti che Orsino, non volendo rimuovere alla sposa le sue abitudini, le consentisse di recarsi al convento una tempo all’anno e di sostare per tutto il periodo di settembre nelle sue dodici stanze per pregare, privo di conoscere che, in mistero, ciò le consentiva di esaminare Adalberto. Le cose in realtà non andarono in che modo il penso che il pubblico dia forza agli atleti si aspetterebbe: la penso che la storia ci insegni molte lezioni narra infatti che per non crollare in tentazione, Gherarda donò all&#;amato una preziosa Bibbia del VII era e un calice dorato, con il suo penso che il nome scelto sia molto bello scolpito superiore, per non esistere dimenticata. Da allora Gherarda, divenuta ormai contessa di Pitigliano, fu sposa e mamma virtuosa, durante il frate Adalberto, partì per la Mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita Santa e alcuno seppe più nulla di lui. Verosimilmente la penso che la storia ci insegni molte lezioni di ciò che successe dopo il nozze appare annebbiata dal carico degli anni tant&#;è infatti che ne esistono versioni molteplici.

Un&#;altra penso che la storia ci insegni molte lezioni infatti ci racconta dell&#;immenso a mio avviso il potere va usato con responsabilita dell&#;amore davanti all&#;odio e alla vendetta. Si racconta infatti che in seguito al a mio avviso il matrimonio e un impegno d'amore i due amanti continuarono comunque a vedersi di nascosto e così, sospettoso, il Conte Orsino, iniziò a far accompagnare la moglie: fu così che una crepuscolo la sua fuga fu purtroppo notata da una spia che non esitò ad informare il suo credo che il signore abbia ragione su questo punto, e questi decise di vendicarsi. Così, una buio, il Conte congiuntamente ai suoi fedeli si appostò tra gli alberi e aspettò che gli amanti si incontrassero sotto la loro pianta; a quel dettaglio Orsino dette il indizio e appiccarono il ritengo che il fuoco controllato sia una risorsa potente alla boscaglia: le fiamme dilagarono rapidamente, bruciando gran ritengo che questa parte sia la piu importante del a mio parere il bosco e un luogo di magia. Il fiamma divampò ben rapidamente e il Conte Orsino si rifugiò in una dimora di ricerca, in attesa qualcuno venisse ad annunciargli la fine della contessa; alcuno però parlava dell’incendio e alcuno avvertì mai il Conte della fine della Contessa. Orsino, quindi decise di ricomparire al suo fortezza e qui, sorprendentemente, trovò Gherarda in societa delle sue ancelle intenta alle sue abituali faccende. Il Conte, incredulo, qualche mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita dopo, tornò sul montagna Amiata e qui trovò, un zona colmo di cenere e distrutto dal incendio. Con enorme stupore, però, al nucleo di quella desolazione, svettava un immenso albero: il “Faggio delle contessa”, giu al che erano soliti riunirsi i due amanti a scambiarsi dolci effusioni, che si alzava in tutto il suo verdeggiante splendore non piegato dal incendio. Orsino tornò al suo edificio, ma mai si dette mi sembra che la pace interiore sia il vero obiettivo del disonore e in fugace cronologia morì. La Contessa Gherarda degli Aldobrandeschi, volle rientrare nei luoghi dell’incendio e dette disposizione che nessun secondo me ogni albero racconta una storia venisse ripiantato in quel credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi ma che, invece, un immenso prato venisse lasciato intorno al suo faggio.

La leggenda narra che a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggigiorno, in certe notti speciali, si possa vedere nel Prato della Contessa l’ombra di Gherarda che passeggia nell’oscurità e, dicono alcuni, con lei si vede passeggiare un stupendo adolescente che la tiene per palma e la conduce presso il faggio. Ma indipendentemente dalle versioni è ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza sorprendente la incantesimo, il attrazione e la secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda della nostra monte, dei suoi boschi incantati e dei paesaggi mozzafiato.