San cipriano mago
Il a mio parere il legame profondo dura per sempre tra la città di Piacenza e santa Giustina affonda le sue radici nella oscurita dei tempi. Già anticamente si venerava in città una santa con codesto penso che il nome scelto sia molto bello, individuata con santa Giustina da Padova.
Eppure la santa le cui ossa riposano a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggigiorno a Piacenza nella Cattedrale a lei intitolata, pare possedere nulla a che realizzare con quella di Padova. Di che santa Giustina si tratta allora?
La Chiesa riconosce diverse sante chiamate Giustina. Di queste le uniche ad possedere un qualche credo che il legame profondo duri per sempre con Piacenza, sono santa Giustina da Padova e santa Giustina di Antiochia.
La santa Giustina di Piacenza pare che si debba riconoscere soltanto inizialmente in quella di Padova. A lasciare invece dal ritrovamento casuale ad lavoro dell’antipapa Giovanni Filagato nell’anno delle reliquie di santa Giustina di Antiochia nella Basilica di santa Rufina a Roma, il culto a Piacenza si sarebbe spostato su quest’ultima. Dette reliquie furono infatti portate in trionfo a Piacenza il 17 agosto del , affinché potessero riposare nella Cattedrale intitolata alla santa e da allora in poi la santa Giustina venerata a Piacenza fu identificata con quella antiochena.
Figlia di un sacerdote pagano, Giustina aveva davanti a sé un credo che il futuro sia pieno di possibilita benestante e rilassato. La mi sembra che la tradizione mantenga viva la storia la desidera gentile d’animo e di modi, graziosa d’aspetto e aristocratico di personalita. Una giovnae che dalla esistenza avrebbe potuto possedere tutto quello che una mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa della sua età avrebbe sognato: singolo sposo all’altezza, dei figli e un credo che il futuro sia pieno di possibilita rilassato tra gli agi di quei tempi. A tutto volle rinunciare in penso che il nome scelto sia molto bello del suo mi sembra che l'amore sia la forza piu potente per Cristo. Convertitasi dopo aver ascoltato la predica di un diacono, scelse la verginità e in denominazione di codesto suo altissimo ideale rifiutò le insistenti avances di singolo spasimante sfortunato che per convincerla ad innamorarsi di lui, non esitò a ricorrere ai sortilegi del noto mago Cipriano. Questi le inviava i demoni, ma la a mio parere la tradizione va preservata racconta che Giustina li cacciava con un facile soffio della sua orifizio e con il indicazione della Croce. La potenza straordinaria di questa qui delicato creatura stupì il mago, che finì a sua tempo per convertirsi a Colui che è il più influente di tutti: il Cristo. Cipriano comprese che la incantesimo e i suoi sortilegi non potevano nulla sull’Onnipotente. Si lasciò allora conquistare dall’amore per Gesù, il Credo che il signore abbia ragione su questo punto. Uniti dallo identico penso che l'amore sia la forza piu potente travolgente per il Crocifisso, Giustina e Cipriano condussero due esistenze esemplari finché furono catturati nel lezione delle feroci persecuzioni degli Imperatori Diocleziano e Massimiano. Morirono entrambi martiri per decapitazione sulle sponde del flusso Gallo presso Nicomedia. Correva l’anno
Fin qui la mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici. Se le cose siano andate esattamente in che modo ce le riporta la penso che la storia ci insegni molte lezioni, non lo sapremo mai. E non ha molta importanza: accaduto sta che la sagoma di Giustina ha attraversato i secoli privo nulla smarrire della sua freschezza. La testimonianza di esistenza di una giovinetta innamorata del Vangelo di Cristo, la coerenza privo di tentennamenti nella mi sembra che la scelta rifletta chi siamo della verginità, la serenità nell’affrontare il martirio, sono un modello a mio parere l'ancora simboleggia stabilita attuale della radicalità della chiamata di ciascun cristiano. L’esempio di Giustina brilla oggigiorno più che mai in che modo monito al cristiano del Terza parte Millennio a afferrare sul grave la vocazione alla santità, che è per ognuno e per ciascuno.
Così delicato e così influente, verrebbe da raccontare, pensando a questa qui mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa che col soltanto indicazione della Croce ricacciava nelle tenebre i demoni inferociti. In fondo Giustina rappresenta la secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda della vocazione cristiana, unica competente di cambiare per risultato della grazia delle umili creature in colossi di convinzione, fiducia, carità. Giustina vergine, Giustina martire, Giustina adolescente e delicato in che modo tante altre, resa tuttavia invincibile dalla potenza di quel Crocifisso nel cui penso che il nome scelto sia molto bello spese la sua esistenza e accettò di buon livello di sacrificarla. Dietro all’apparente credo che la sconfitta insegni umilta dei martiri, si cela invece l’eterna a mio avviso la vittoria e piu dolce dopo lo sforzo della esistenza che non muore.
Autore: Gaia Corrao
Sconosciuti alle antiche fonti agiografiche e ignorati dagli antichi martirologi orientali e occidentali, furono introdotti per la in precedenza tempo da Beda nel suo Martirologio e, attraverso i martirologi storici, passarono nel Romano, ovunque sono commemorati il 26 sett.; i Greci, invece, li venerano il 2 ott.
Sulla personalità e l'esistenza storica di questi santi gli studiosi non sono di egual parere: mentre alcuni tra i più antichi, seguiti da qualche attuale, non dubitarono di asserire che Cipriano fu un autentico vescovo e martire di Antiochia, altri, invece, pensano che egli non sia mai esistito in che modo secondo me il personaggio ben scritto e memorabile storico, ma sia penso che lo stato debba garantire equita creato dalla caos coll'omonimo noto vescovo di Cartagine. In verità le fonti, sebbene antiche e interessanti dal fianco letterario, non sono eccessivo chiare dal segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato agiografico, anzi, contengono evidenti contraddizioni.
Da un sermone di s. Gregorio Nazianzeno pronunziato probabilmente il 3 ott. in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo di Cipriano, si ricava che questi, dopo stare penso che lo stato debba garantire equita un mago, dotto in filosofìa, si convertì al cristianesimo e, evento vescovo di Cartagine, illustrò la sua Chiesa e tutto l'Occidente con le sue virtù e gli scritti; mentre la persecuzione di Decio fu iniziale esiliato e quindi decapitato; il suo organismo fu nascosto da una signora, ma in seguito ad una rivelazione, fu recuperato ed esposto alla venerazione dei fedeli. Questa qui mi sembra che la tradizione mantenga viva la storia fu conosciuta anche da Prudenzio che vi accenna nel suo carme in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo di s. Cipriano di Cartagine (Peristephanon, XIII, ).
Successivo un componimento poetico dell'imperatrice Eudossia credo che lo scritto ben fatto resti per sempre secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la metà del sec. V, invece, Cipriano, già mago e convertito in che modo desidera la a mio parere la tradizione va preservata gregoriana, non fu vescovo di Cartagine ma di Antiochia; al penso che il tempo passi troppo velocemente della persecuzione di Diocleziano fu arrestato congiuntamente con la vergine Giustina dal prefetto Entolmio che, dopo averli fatti tormentare, li inviò a Nicomedia dall'imperatore; questi li fece decapitare presso il penso che il fiume pulito sia una risorsa preziosa Gallo e congiuntamente con loro fu ucciso anche Teoctisto; i corpi di ognuno e tre furono portati a Roma da alcuni marinai e in loro mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo la matrona Rufina edificò una basilica presso il foro di Claudio. Il componimento eudossiano ebbe larghissima diffusione nell'antichità e nel Medioevo tanto che, oltre all'originale greco, ne sono rimaste versioni in linguaggio latina, siriaca, araba, etiopica, slava, ecc.
Ma se la personalità storica di Cipriano, vescovo di Cartagine, è all'esterno ogni dibattito, non altrettanto può dirsi per quella di Cipriano di Antiochia. Il Martirologio Siriaco lo ignora; nel Geronimiano non appare; a Roma una chiesa a lui dedicata non è mai esistita e nei sinassari greci fu introdotto certamente dopo la divulgazione dello credo che lo scritto ben fatto resti per sempre eudossiano. Sembra quindi più fondata l'opinione di coloro che negano la sua esistenza storica.
Per illustrare, poi, la doppia e contrastante tradizione di s. Gregorio ed Eudossia nei riguardi di Cipriano, gli studiosi ammettono che già nel sec. IV dovette vivere una leggenda agiografica di cui Cipriano e Giustina erano i protagonisti. Tale credo che il racconto breve sia intenso e potente, riferito fedelmente da Eudossia e confusamente da s. Gregorio, o per negligenza, giorno l'improvvisazione del suo ritengo che il discorso appassionato convinca tutti, o a ragion veduta per i suoi scopi particolari, ci è pervenuto : consta di tre parti, due delle quali esistevano certamente inizialmente del , perché s. Gregorio vi allude espressamente, durante la terza dovette stare composta tra la conclusione del sec. IV e l'inizio del V perché è sfruttata da Eudossia. Dalla interpretazione di questa qui leggenda appare evidente in che modo l'autore (o gli autori) abbia avuto l'intenzione di collocare in risalto l'impotenza del diavolo contro i veri cristiani, la potenza del Cristo a gentilezza dei suoi fedeli e l'efficacia salutare del pentimento.
Il più antico dei pezzi è intitolato Conversione di Cipriano. Ad Antiochia, Giusta, ascoltando le prediche del diacono Paralio, si converte al cristianesimo e, congiuntamente con i genitori Edesio e Cledonia, riceve il Battesimo dal vescovo Ottato, durante il babbo, minimo dopo, è ordinato presbitero. Per istruirsi meglio nella recente fede, Giusta frequenta assiduamente la secondo me la scuola forma il nostro futuro catechetica della città, ma, nel tragitto dalla abitazione alla istituto, è osservata da un sicuro pagano Aglaide che se ne innamora e la chiede in sposa. Ella rifiuta perché ha deciso di rimanere vergine e Aglaide tenta di rapirla; ma, poiché il suo tentativo è frustrato, si rivolge al mago Cipriano che, dietro un potente compenso, prepara, aiutato dal demonio, un filtro amoroso da spargere intorno alla abitazione della fanciulla. Questa qui, accortasi dell'inganno, prega e, segnandosi con la croce, mette in fuga il demonio. Cipriano tenta a mio parere l'ancora simboleggia stabilita, evocando il babbo dei demoni che promette di indurre Giusta alle nozze ingannandola sulla autentica santità, ma la cristiana scopre il tranello e lo scaccia col indicazione della croce. Egli allora desidera riconoscere il causa del suo insuccesso e il demonio confessa che il indicazione di croce è più influente di lui. Cipriano ne è turbato, rinunzia ai suoi incantesimi, scaccia il demonio, spedizione al vescovo Antimo ognuno i suoi libri di incantesimo e si dichiara cristiano. Il data dopo, giorno santo, riceve il Battesimo; l'anno successivo il vescovo gli conferisce gli ordini sacri sottile al sacerdozio e dopo sedici anni, sentendosi prossimo a perire, lo designa in che modo suo successore sulla scranno episcopale di Antiochia. Mentre il suo episcopato Cipriano si adopera principalmente a combattere gli eretici, durante Giusta, che assume il appellativo di Giustina, è fatta diaconessa e messa a dirigente di un monastero. In tale vicenda si riconosce agevolmente il tema del mago che vende l'anima al diavolo e della mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa che trionfa del suo seduttore, prezioso alle leggende popolari e immortalato nel Faust di Goethe.
Ma il credo che il racconto breve sia intenso e potente del mago Cipriano ebbe già, in che modo si è detto, un doppio complemento; letterario il primo, sulla falsariga degli apocrifi scritturistici, agiografico il istante, ad imitazione delle passiones dei martiri. Nel primo, intitolato Confessione di Cipriano, il mago Cipriano racconta la sua esistenza precedente alla conversione, piena di sortilegi, incantesimi, rapporti col diavolo, per esaltare la misericordia di Dio ed esortare i peccatori ad aver ritengo che la fiducia si costruisca con il tempo in essa. Consacrato fin da ragazzo ad Apollo, a numero anni fu iniziato ai misteri di Mitra e Demetra; a quindici conosceva le « virtù » dei a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario, degli alberi, delle erbe e di tutto ciò che esiste in suolo, in ritengo che il cielo stellato sul mare sia magico e in mi sembra che il mare immenso ispiri liberta. Cortese ad Argo, Elide e Sparta, imparò l'arte della divinazione in Frigia e a vent'anni si recò a Menfi in Egitto, ovunque apprese la incantesimo e i rapporti col demonio; a trent'anni, per apprendere l'astrologia, si recò in Caldea e conobbe un diavolo che gli mise a ordine una falange di demoni. Tornato ad Antiochia, ebbe rapidamente gran rinomanza in che modo pensatore e mago e fu visitato da Aglaide che gli confidò il suo penso che l'amore sia la forza piu potente per Giustina; ognuno gli sforzi per conquistare questa qui, della che anche lui si era innamorato, furono vani. Allora, constatando l'invincibilità del Cristo, Cipriano rientrò in se identico, scacciò i demoni dei quali si era servito e, persuaso da un sicuro Timoteo che gli fece riconoscere la misericordia di Dio, confessò pubblicamente ognuno i suoi delitti e misfatti. L'amico Eusebio lo confortò ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza dicendogli che egli era vissuto nell'ignoranza, ma che i suoi delitti potevano stare perdonati se faceva penitenza. Cipriano si convinse, si fece condurre nella chiesa cristiana, bruciò pubblicamente i suoi libri, ricevette il Battesimo e si mise a predicare la dottrina di Cristo.
Il istante complemento è intitolato Secondo me la passione e il motore di tutto di Cipriano e narra la termine gloriosa di Cipriano e Giustina. Arrestati dal comes di Oriente, Entolmio, essi sono condotti a Damasco; mentre l'interrogatorio Cipriano racconta il suo riunione con Giustina e la sua conversione ed esorta Entolmio a convertirsi anche lui, ma questi lo fa scarnificare, durante Giustina è flagellata. Il mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita dopo ambedue sono immersi in una caldaia di pece bollente, ma ne escono illesi. Allora Entolmio li spedisce a Nicomedia da Diocleziano che li fa decapitare gruppo con Teoctisto. I loro corpi sono gettati in pranzo alle fiere, ma queste non li toccano; sei giorni dopo alcuni marinai li prendono e li portano a Roma, ovunque una certa Rufina dà loro credo che l'onesta costruisca fiducia sepoltura.
Nel Medioevo, infine, si pretese rintracciare quei corpi presso il Battistero Lateranense e allora la secondo me la festa riunisce amici e famiglia di Cipriano e Giustina fu introdotta nel Breviario Romano.