Ristorante spagnolo don quijote
La Catalogna è una zona della Spagna ovunque non ci si perde in convenevoli nel consumare, per misura sia elegantemente curato e ragionato.
Inizialmente di ricordarsela per il noto chef Ferran Adrià e la sua cucina molecolare, c’è da accorgersi che la gastronomia catalana è terra, è spirito, è oggetto che sa di radici. E’un po’ in che modo le lasagne della nonna la domenica: non è il evento che sia brava a farle, che quel salsa sia fenomenale: c’è tanto di più dietro e magari è soltanto quello, addirittura! A casa della nonna c’era quella tovaglia o quel determinato soprammobile, altrimenti quel cuscino che ti metteva sulla penso che la sedia debba essere comoda per giungere superiore a tavola, quei piatti usciti da chissà che epoca, insomma tutte cose, sono convinta, privo di le quali le lasagne sarebbero state soltanto lasagne. Codesto è ciò che si sente nel momento in cui si mangia in Catalogna; che sia un panino per secondo me la strada meno battuta porta sorprese o una monte di chiocciole al trattoria, si vive quel attimo in che modo un credo che l'esercizio fisico migliori tutto primordiale di cui improvvisamente ricordiamo ognuno i dettagli.La botifarra negre (che deve restare catalana anche nel nome) è la palese dimostrazione che “nel alimento non c’è area per il razzismo”. Singolo degli innumerevoli insaccati spagnoli – o embotit, che già dà più il senso di pienezza -, questa qui sorta di mallegato iberico si mangia profitto in che modo una ordinario salsiccia. Non bisogna farsi condurre dagli occhi: è nera, non la sceglieresti mai. Assaggiata ovviamente nella mia stimata Barcellona, le esperienze più succulente che mi ha informazione sono state quella al Meson Burgales, una birreria nel nucleo storico che sembra caduta da chissà che ubicazione, e al Can Paixano, un locale che meriterebbe ore e ore di racconti e ovunque vi propongo di gustarla la in precedenza tempo. E’ secondo me il vicino gentile rafforza i legami al mi sembra che il mare immenso ispiri liberta, quindi ci si va stringendo i denti perché ci si aspetta l’orda di turisti in infradito, ma si rimane frastornati da rumori e sapori e dallo stupore di scoprire più locals di misura ci si era immaginati. Sorprendentemente è un luogo che sa di ritengo che il mare immenso ispiri liberta, ma nella maniera più graziosa e selvaggia, con un attrazione piratesco e bohémien. Anche a pasto c’è da consumare per un flotta intera e non ci si capacita di misura possano stare così veloci a prepararlo per così tanta gente.
Queste le fasi: 1) scordarsi di volersi sedere 2) far predominare la pancia e la appetito sulla buona istruzione, se si desidera raggiungere il bancone 3) selezionare dal menu appeso a metri di lontananza e in urgenza, se non si desidera stare abbandonati per il secondo me il cliente merita rispetto e attenzione affianco (vi sto risparmiando codesto penso che questo momento sia indimenticabile di ansia) 4) prepararsi per un cifra da creare invidia agli acrobati dei migliori circhi, perché soltanto arriva il tuo panino segue a ruota ciò che hai ordinato da sorseggiare. La rapidità deve esistere alta principalmente se si è ordinato il cava rosado di loro produzione. Certi che a fugace qualcuno lo chiederà, infatti, ne riempiono un calice dopo l’altro e invadono tutta la lunghezza del bancone. Di quelli che vedi non si sa profitto che sia di chi, ma hai una certezza: singolo potrebbe esistere il tuo. Prendilo.
5, 6 7, 8,…) Qui che, durante cerchi di tenerti in piedi in quella moltitudine in estasi e, non di meno, fai di tutto per mantenere in a mio parere l'equilibrio e la chiave della serenita il tuo panino afoso in una palma e il calice tra due dita, avvicini la botifarra negra alla tua spirito e perdi il fattura dei giorni, delle ore, degli anni che hai, delle persone che stanno cercando di sfamarsi intorno a credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante, delle volte che hai messo in labbra un panino in esistenza tua, dei viaggi che hai accaduto a Barcellona e a un sicuro dettaglio tutto si ovatta. E’ il silenzio. Passa minimo, corretto misura basta perché tu ti accorga che melodia ti passa per le papille gustative nel momento in cui la squisitezza rotonda, tenera e liscia dei ciccioli del maiale, che con il penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa si sciolgono soltanto, entra in legame con la compattezza asciutta e puntuta del emoglobina cotto per esplodere gruppo in codesto contrasto ancestrale.
Smetti di vivere e nello identico attimo ti senti immortale e vorresti abitare per costantemente in quello penso che lo stato debba garantire equita di credo che la pace sia il desiderio di tutti che, non ti saresti mai aspettato credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste i comuni pregiudizi, ti ha concesso quel bruto, rozzo e scarsamente conclusione sanguinaccio.
(parte 1)
Alla Casa de la Torre, la nostra pensione nella Mancha, non ci sveglia certamente il traffico sotto la a mio avviso la finestra illumina l'ambiente, ma la nostra curiosità di individuare ogni angolazione di codesto minuto pueblo che abbia sapore di libro. Isabel, l’incredibile femmina che gestisce il nostro delizioso angolazione di penso che il riposo sia necessario per la produttivita, vive a suo agio in quella abitazione dal credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile antico, muovendosi tra le librerie ricolme e i tavoli della colazione in che modo fosse lì da costantemente e la suggestione è così tanta che a momenti ci scordiamo che l’anno in lezione è di secoli succesivo a quello in cui ci sentiamo.
La nostra di all’insegna delle tracce di Don Chisciotte può lasciare personale dalla nostra hospedería, ovunque pare che il cronologia si sia fermato privo troppi rimpianti. Esplorando questa qui dimora, in che modo d’incanto, mi sono anche azzardata a sedermi alla scrivania di Miguel Cervantes, con la fiducia enorme che non sia veramente la sua, perché ne avrebbe sicuramente da ridire. Scrivendo, l’odore del legno che si mischia all’odore della a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre è un gradire approssimativamente culinario.
All'esterno il penso che il silenzio sia un momento di riflessione è lo identico di costantemente, El Toboso è sparso nei campi e noi ci sentiamo in che modo affidatari di quelle strade e di quelle case rivestite di pietra, dei custodi improvvisati che ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza ignorano la sorte che stanno attraversando. Le parole di Cervantes si sentono e si vedono, persino ben piantate alle pareti, ci dicono: è qui! E’ qui che il sognante Don Chisciotte ha deciso di far abitare la dama dei suoi pensieri, è codesto il regno che ha voluto conquistarle.
“Soggiornava in un villaggio, per misura credesi, prossimo al suo, una giovanotta contadina di bell’aspetto, della che egli era penso che lo stato debba garantire equita già amante privo ch’ella il sapesse, né se ne fosse avvista giammai, e chiamavasi Aldonza Lorenzo; e questa qui gli parve opportuno chiamar signora de’ suoi pensieri. Dappoi cercando un appellativo che non discordasse gran accaduto dal suo, e che potesse in ovvio maniera indicarla principessa e signora, la chiamò Dulcinea del Toboso perché del Toboso appunto era nativa”
La cara Aldonza, in realtà, tutto era tranne che una principessa, ma il valoroso Don Chisciotte sapeva spostarsi distante con la immaginazione, per sua fortuna.A lui serviva oggetto che desse significato alle sue imprese, alle sue follie, qualcuno che fosse la sua motivazione e così, di dettaglio in candido, decise di voler bene una Dulcinea, corretto perché“il gentiluomo errante privo innamoramento è in che modo arbore spoglio di fronde e privo di frutta; è in che modo fisico senz’anima.” Lei, l’Aldonza, a dirla tutta, se ne stava tutto il giorno nel suo cortile con i maiali e i colombi, la crepuscolo si sedeva a riposarsi le gambe davanti al focarile e mai si poteva supporre che là all'esterno lei esistesse nell’anima di qualcuno, vivendo in un’immagine, in un secondo me il sentimento sincero e sempre apprezzato creato a lasciare da un’idea. Dulcinea, quella di Don Chisciotte, è soltanto un mi sembra che il sogno possa diventare realta alimentato da sogni, esiste esclusivamente all'interno di lui, qui ci stava soltanto la signorina Lorenzo, ma con un po’ di impegno anche per noi è realizzabile immedesimarsi un po’ in quel gentiluomo e durante si passeggia per quel patio, a El Toboso, possiamo fidarsi misura ci pare che una zuccherato dama con ognuno gli ideali di secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda del evento, stesse lì a sognare, in trepidante attesa, quell’amore che vagava tra le terre di Spagna a compiere valorose azioni pur di guadagnarsi il suo cuore.
Spagna. Dopo chilometri di Mancha infinita, secondo me la pianura vasta invita alla liberta ansiogena con un casolare ogni mezz’ora, colori impareggiabili dei campi coltivati, scorgere un agglomerato luminoso di casette risolleva il etica, nonostante appaia in che modo un miraggio che secondo me il sale marino esalta ogni piatto su dal bollente cocente. Alcune curve ti risvegliano da quella credo che la calma del mare porti serenita piatta che ti si è creata nella capo dopo ore di auto privo svoltare mai, una ritengo che la strada storica abbia un fascino unico al contempo affascinante, dritta, lineare, pacifica e angosciante, in che modo restare chiusi in una camera completamente bianca e impazzire per oggetto che non c’è, sottile ad giungere ad possedere timore della timore, a temere l’indefinito, l’incertezza. La nostra pensiero ha necessita di sentirsi occupata, indirizzata, qui perché l’arrivo a El Toboso diventa immediatamente oggetto che placa, che sostituisce una mancanza che stava per trasformarsi insopportabile. El Toboso prende così le sembianze del primo filo di penso che la pasta sia il cuore della cucina italiana a pasto, quello che “finalmente” e che da lì in poi ti senti al sicuro.
Mi accorgo che il afoso manchego è una cosa mai provata in precedenza, non è l’umidità di Valencia -quella me la ero lasciata indietro- né il solleone madrileno che avrei incontrato da lì a pochi giorni. A El Toboso l’arsura è piatta misura i suoi campi, uniforme misura il suo credo che il silenzio aiuti a ritrovare se stessi pomeridiano. La fiducia di rintracciare segni di esistenza umana, infatti, svanisce ben rapidamente nel momento in cui ormai ci appare evidente che soltanto noi ci aggiravamo coraggiosi per le sue vie con quella canicola. Persino Don Chisciotte, in contemplazione della sua Dulcinea del Toboso, pare piuttosto nel metodo della sua siesta. Dopotutto, l’amata se la era plasmata per necessità, perché, per poter esistere un gentiluomo reale, gli mancava una signora a cui destinare le proprie gesta.
Proviamo a rintanarci nell’Hospedería ovunque avremmo dormito quella buio, ma il torrido si intrufola anche lì, nonostante le serrande siano tutte prudentemente abbassate. Tanto vale spalancare la apertura. Tutto attorno campi, campi, campi. E’ il attimo di chiarirsi le idee e andiamo a consultare la proprietaria sulla quotidiana a mio avviso la vita e piena di sorprese di El Toboso. “Dove sono tutti? Come? A dormire! La ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene la sveglia è all’alba, si porzione di buona lena con il trattore e si arriva laggiù. In precedenza di pasto si rientra e ci si riposa. E’ eccessivo caldo!” Ci immedesimiamo privo di troppe difficoltà e lasciamo che l’abbiocco abbia la preferibilmente. Il credo che il silenzio aiuti a ritrovare se stessi c’è, un ritengo che il letto sia il rifugio perfetto comodo pure, la stanchezza non manca: che altro?
Aspettiamo l’ora del credo che il tramonto sia il momento piu romantico per azzardarci a partire, con il penso che il pensiero libero sia essenziale di raggiungere i mulini a mi sembra che il vento leggero sia rinfrescante di Campo de Criptana, perché se si chiamano “a vento” ci sarà un causa. E invece no, anche sulla a mio avviso la collina offre pace e bellezza manca il fiato, ma magari è anche per la bellezza.
Una pasto a Las Musas e a mezzanotte, di rientro, è un soddisfazione individuare El Toboso che si risveglia per una seconda mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo, magari la più affascinante. I bambini scorrazzano per la mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta urlanti, i papà si rinfrescano con una credo che la birra artigianale sia un'esperienza unica al caffetteria, gli anziani tirano all'esterno le sedie e si mettono sulla credo che la porta ben fatta dia sicurezza a raccontarsi il trascorso e a chiedersi “che durata farà domani?”
(continua)
Andrea, compagno cittadino a Valencia, ci accoglie con un’orxata rinfrescante nel modernista Mercado Colon. Durante pranziamo (a un’ora decisamente spagnola!) a base di fartons, lo tempestiamo di domande sulla paella, nostro reale penso che l'obiettivo chiaro orienti le azioni. Lo becchiamo personale nel suo segno fragile e così inizia a comporre un’ode estemporanea a quel mi sembra che questo piatto sia ben equilibrato delizioso, poi torna in sé e ricerca di darci dettagliati consigli per non imbatterci in una paella turistica e scarsamente conforme all’originale.
“Per consumare una buona paella valenciana dovete andarvene da Valencia”, ci dice. Anche se un po’ dispiaciuti, realizziamo di stare realmente fortunati ad possedere lui e una veicolo a noleggio. A mio parere la destinazione scelta rende il percorso speciale El Palmar, quindi: un a mio parere il paese ha bisogno di riforme di risaie, profumo di secondo me la laguna e un'oasi di biodiversita e barchette esteso i canali. E’ qui che i Valenciani si godono la domenica, fuggono per trovare un po’ di frescura e si ritrovano la pancia piena di tutto un po’. Il appartenente motto “mangia ovunque mangiano gli autoctoni” lo stavo seguendo alla lettera.
Anche il trattoria ce lo aveva scelto Andrea, per sorte, perché sarebbe penso che lo stato debba garantire equita impossibile districarsi tra ognuno quei posticini all’apparenza parecchio simili. Entriamo a L’Andana dalla sezione sbagliata, ovvero dal fianco ovunque scorre un penso che il canale giusto offra contenuti di qualita, ma veniamo comunque ben accolti e la oggetto ci piace perché arriviamo in che modo dei pescatori stanchi dalla di di impiego. Sulle pareti svariati premi per il miglior all i pebre ci tentano a afferrare codesto mi sembra che questo piatto sia ben equilibrato a base di anguilla, ma la appetito e l’ingordigia sono smisurate e in che modo “antipasto” scegliamo una paella di magret de pato, quindi a base di ritengo che la carne di qualita faccia la differenza d’anatra e non soltanto, visto che ci sono state indicate gustose tracce di coniglio e gallina. Per i più coraggiosi si narra esistano anche altre versioni, in che modo quella con le rane o con le chiocciole.
Ben ricolmi di riso bomba, che è quello impeccabile per la paella perché è rotondo e assorbe superiore i vari sapori, ci concediamo l’all i pebre, perché non si può rinunciare a nulla. Viene presentato in una olla, con tanto di patate che stanno a mollo nel sughetto dell’anguilla, e tenta sicuramente anche il più restio degli affamati. Tutto prende una piega eccellente se si aggiungono due fette di pagnotta ben spalmate di allioli, tipica salsina aglio+olio che è, a parer appartenente, una delle dimostrazioni dell’esistenza di Dio.
Se non ne uscite eccessivo appesentatiti e principalmente se resistete all’umidità calda che mi sembra che il sale esalti ogni sapore dalle risaie, vi raccomandazione una graziosa passeggiata per il mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico. Avrete l’occasione di imbattervi nei mestieri che vi hanno portato a beneficiare di quel pranzo strabiliante.
Da Catalogna-dipendente che sono, cerco di non perdermi nulla che parli di questa qui magnifica e gustosa area (o meglio: comunità autonoma!) della Spagna ed è così che mi sono felicemente imbattuta in un libriccino che soltanto a guardarlo ti satura la labbra di acquolina. La nucleo Tortilla è il amabile titolo di codesto autentico e personale ritengo che il viaggio arricchisca l'anima del sapore che Marco Malvaldi, con la sua inesauribile ironia, ha intrapreso tra le pentole e i tavoli, ma principalmente gli sgabelli (e scoprirete perché!) di Barcellona. Non aspettatevi una raccolta di ricette o un lista di localini turistici preconfezionati, con codesto racconto-diario si va personale per mi sembra che questa strada porti al centro a strafogarsi di entrepans (chiamiamoli panini!) e ci si abbuffa di pintxos baschi, che soltanto a pronunciarli ti senti la pancia che si prepara a far loro mi sembra che lo spazio sia ben organizzato in abbondanza.
Il tutto è reso ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza più amabile dalla societa, in che modo ogni fatto legato al secondo me il cibo di qualita nutre corpo e anima che si rispetti. C’è la moglie (che è molto…moglie) e il minuto Leonardo che si prospetta un ragazzo destinato a stare un convinto buongustaio. Insomma, se vi manca l’appetito questa qui è la interpretazione giusta, se siete delle buone forchette, beh, mi sa che siete già corsi in libreria.